Il Canton Ticino può vantare una lunga tradizione nella gestione degli incendi di bosco. Gli eventi sono sistematicamente documentati e analizzati e questo permette un approccio al fenomeno flessibile e in continua evoluzione.

Contrariamente a quanto succede in molti paesi che si affacciano sul Mediterraneo o oltremare (p. es. California) dove il fuoco rappresenta un pericolo imminente, diretto e concreto per la popolazione, gli incendi di bosco nelle Alpi minacciano primariamente la funzione protettiva del bosco. Negli ultimi anni le esigenze della società rispetto alla protezione dai pericoli naturali sono enormemente cresciute e il bosco rappresenta nelle Alpi la principale e più estesa opera di protezione di cui beneficiano le zone edificate, le vie di trasporto e le infrastrutture in generale. Bisogna inoltre tenere conto che gli scenari climatici elaborati dagli esperti portano a prognosticare che il pericolo di incendi di bosco e le relative conseguenze tenderanno ad aumentare in tutta la Svizzera.

    Concetto incendi di bosco 2020

    Sulla scorta di queste premesse, la Sezione forestale del Dipartimento del territorio del Canton Ticino ha elaborato in stretta collaborazione con la Federazione ticinese dei corpi pompieri e con l’istituto federale di ricerca WSL il concetto incendi di bosco 2020, entrato nella fase realizzativa dopo l’approvazione del Consiglio di Stato del 18 gennaio 2017. Lo scopo della strategia cantonale è di contenere il rischio legato agli incendi di bosco a un livello accettabile per la società utilizzando le limitate risorse disponibili. Il concetto si articola in quattro campi di attività ugualmente importanti e indispensabili alla sua realizzazione (Fig. 2):

    1. La prevenzione;
    2. Le misure tecniche e organizzative;
    3. Le attività di spegnimento e di gestione degli eventi;
    4. La gestione post-incendio del bosco.

    La prevenzione

    Le misure di prevenzione a lungo termine comprendono le attività di sensibilizzazione della popolazione a favore di una corretta gestione del territorio e dell’ambiente, con particolare riferimento alla gestione del bosco, ai suoi servizi e soprattutto alla funzione di protezione. Tra le misure di prevenzione possiamo annoverare anche gli interventi selvicolturali che aiutano a ridurre il rischio d’incendi sul breve, medio e lungo termine grazie alla gestione della biomassa infiammabile (Fig. 3) o all’adattamento della mescolanza delle specie arboree del bosco nelle regioni a maggior rischio d’incendio alfine di migliorarne la resistenza e la resilienza al fuoco.

    Le misure di prevenzione a corto termine vengono attivate nei periodi con elevato pericolo di incendi di bosco e culminano con l’emanazione del divieto assoluto di accendere fuochi all’aperto allo scopo di scongiurare comportamenti a rischio d’innesco di incendi. La definizione del grado di pericolo, compito demandato dall’Ufficio federale dell’ambiente alla Sezione forestale cantonale, si basa su tre livelli di analisi e valutazione:

    1. Il primo livello è costituito dalla valutazione dell’indice di pericolo "FireNiche" che, grazie ai dati statistici degli incendi del passato e ai dati meteorologici giornalieri, genera in automatico un grado di pericolo giornaliero.
    2. Il secondo livello è costituito dalla rete di stazioni di misurazione FireLess 2, che determinano in tempo reale l’andamento dell’umidità del combustibile (lettiera e terreno) in diverse tipologie boschive del Cantone.
    3. Il terzo livello è costituito da una serie di valutazioni locali effettuate in tutto il territorio su stazioni e tipologie boschive tipo da parte di forestali esperti della Sezione forestale cantonale.

      L’operatore della Sezione forestale responsabile per la definizione del grado di pericolo d’incendio di bosco giornaliero nelle tre regioni geografiche di riferimento (Alto Ticino, Ticino Centrale e Sottoceneri) interpreta queste informazioni ed emana il grado di pericolo secondo la scala nazionale a 5 livelli definita dall’UFAM. Questa informazione viene immediatamente messa a disposizione delle forze di intervento e della popolazione.

      Misure tecniche e organizzative

      Le misure tecniche a lungo termine mirano a rendere disponibile su tutto il territorio cantonale una rete di infrastrutture antincendio utili nelle operazioni di spegnimento. Le misure organizzative mirano invece ad avere un’organizzazione di pronto intervento efficiente e coordinata a livello cantonale.

      Grazie ad una rete efficace di punti di pescaggio posizionati in modo strategico rispetto alle zone a rischio d’incendio di bosco si diminuiscono in modo importante i tempi di rotazione degli elicotteri impiegati nella lotta antincendio e migliora così efficacia ed efficienza dell’azione di spegnimento. La pianificazione, la realizzazione e la manutenzione delle infrastrutture antincendio, come ad esempio i punti di pescaggio per elicottero (Fig. 4 und 5), le reti idranti e altre infrastrutture per la lotta a terra sono attività particolarmente dispendiose, ma indispensabili per le attività di lotta. Alfine di sfruttare al meglio queste infrastrutture in caso effettivo, il Dipartimento del territorio ha siglato una convenzione con le ditte di elitrasporto operanti in Ticino per garantire ai pompieri l’appoggio aereo; in casi particolari si può inoltre ricorrere all’aiuto sussidiario della flotta di elicotteri dell’esercito. Il ruolo centrale è però assunto dai pompieri per cui è fondamentale il rinnovamento, il completamento e la manutenzione dell’equipaggiamento specialistico in dotazione, che deve sempre essere adeguato alla minaccia reale.

      L’organizzazione cantonale di lotta agli incendi di bosco poggia su due colonne portanti costituite dai pompieri urbani, responsabili in sintesi del primo intervento rapido e del comando delle operazioni, e dai pompieri di montagna, responsabili dello spegnimento in bosco. I pompieri urbani contano un effettivo di circa 1‘100 uomini, suddivisi in 5 centri di soccorso cantonali, 15 regionali e 5 locali. I pompieri di montagna sono costituiti in sezioni dei citati corpi urbani o da corpi pompieri indipendenti e sono specializzati nella lotta agli incendi di bosco. Queste unità sono nate all’inizio degli anni ’80 nelle zone più interessate dagli incendi di bosco; oggi, dopo una completa riorganizzazione, abbiamo in Ticino poco meno di 320 pompieri di montagna organizzati in 9 unità operative. Questa struttura fortemente decentralizzata garantisce un’elevata prontezza e rapidità d’intervento su tutto il territorio cantonale, ma anche la capacità di collaborare in modo modulare secondo le necessità dell’evento.

      L’istruzione è sempre un tassello importantissimo dell’organizzazione pompieristica cantonale. Le esercitazioni alle quali partecipano tutti gli attori e servizi coinvolti nelle operazioni di spegnimento sono fondamentali per allenare la collaborazione e le corrette modalità d’intervento. In queste attività vengono investite risorse importanti a livello comunale e cantonale. Un aspetto fondamentale è la capacità dell’organizzazione di analizzare in modo critico gli interventi di spegnimento (Fig. 6) alfine di riconoscere i punti da migliorare e implementare i necessari correttivi.

      Le misure organizzative a corto termine riguardano la prontezza d’intervento di tutti gli attori e servizi in caso di evento. Nei periodi di elevato pericolo d’incendio di bosco, per esempio, il servizio forestale alza immediatamente il grado di prontezza del personale forestale e degli elicotteri. I corpi pompieri urbani mantengono invece il loro grado di prontezza invariato durante tutto l’anno, mentre le unità specialistiche di lotta agli incendi di bosco alzano il loro grado di prontezza durante la stagione invernale, da inizio ottobre a fine aprile e durante i periodi di divieto assoluto di accendere fuochi all’aperto.

      Lo spegnimento e la gestione degli eventi

      Le attività di spegnimento non si limitano alla prevenzione o alla riduzione dei danni diretti dell’incendio a persone, animali, ambiente e cose, ma considerano anche le possibili conseguenze secondarie dovute ai danni al bosco e alla conseguente diminuzione della sua capacità protettiva. L’estensione della superficie danneggiata è in questo senso determinante: piccoli incendi infatti non mettono a rischio la funzione di protezione di un intero complesso boschivo, ciò che è invece il caso per gli incendi di vaste proporzioni. Questi eventi possono essere scongiurati solo grazie alla tempestività dell’intervento, da un efficace dispositivo di lotta sorretto da corrette tecniche e tattiche di controllo del fuoco.

      Un grande passo avanti a favore della tempestività e la coordinazione dell’intervento è stato fatto con l’introduzione della centrale cantonale d’allarme che ha uniformato la procedura di allerta sul territorio cantonale permettendo d’informare immediatamente tutti gli operatori coinvolti. Fra questi operatori vi è anche il servizio forestale che è implicato come consulente del capo intervento pompieri fin dalle prime fasi della lotta. La consulenza del servizio forestale avviene a due livelli. Durante le prime fasi di un intervento, la funzione di consulente è svolta dal personale forestale locale, che può così sfruttare le conoscenze del territorio, delle infrastrutture antincendio presenti e dare indicazioni puntuali sulle priorità d’intervento in base alle funzioni del bosco.

      In una seconda fase, quando l’intervento diviene strutturato le conoscenze specifiche del personale forestale sono fondamentali per la definizione di dettaglio della strategia di lotta da parte del capo intervento pompieri. A titolo di esempio, il capo intervento pompieri potrebbe, sulla scorta di una decisione condivisa con il consulente forestale, lasciare bruciare una porzione importante di bosco per poter affrontare il fronte di fiamma su terreno favorevole. Una decisione che deve essere sostenuta dal consulente forestale sulla base di valutazioni specialistiche che tengono in considerazione il comportamento del fuoco nei diversi popolamenti, le conseguenze sulle funzioni del bosco e le possibilità di spegnimento di un fronte di fiamma nelle diverse condizioni topografiche e di vegetazione.

      La gestione del bosco dopo l‘evento

      Dopo ogni incendio di bosco, l’Ufficio forestale di circondario redige uno specifico rapporto incendio nel quale vengono rilevati il perimetro dell’evento e tutti i principali parametri forestali e pirologici. Questi dati vengono ripresi nella banca dati federale Swissfire dove possono inoltre venire incrociati con i dati sulla lotta provenienti dai rapporti dei corpi pompieri. Informazioni molto preziose per una valutazione approfondita delle risorse messe in campo su ogni evento e dell’efficacia dell’intera organizzazione.

      L’Ufficio forestale valuta in seguito i danni al patrimonio boschivo e alle sue funzioni, con particolare riferimento a un’eventuale carenza di protezione e di sicurezza per le persone e le infrastrutture. I primi mesi dopo un incendio sono particolarmente problematici perché il terreno tende a diventare idrorepellente e a innescare un aumento del deflusso superficiale e dell’erosione in caso di precipitazioni intense. L’area può essere inoltre soggetta a colate detritiche o frane superficiali. La prospettiva di una riduzione della funzione protettiva a medio o lungo termine impone misure selvicolturali e tecniche specifiche per limitare i pericoli imminenti e rendere più rapido il recupero del bosco (Fig. 7).

      Valutazione delle prime esperienze

      Il concetto incendi di bosco 2020 è ancora in fase di implementazione e il bilancio è pertanto parziale. Alcuni risultati concreti della strategia comune sono però già evidenti, come la condivisione di obiettivi generali e specifici tra tutti gli attori, il miglioramento della collaborazione operativa e la migliore comprensione reciproca delle esigenze di ognuno nonché del fenomeno e della possibile evoluzione a medio termine.

      Il metodo e le tecnologie adottate per la definizione del grado di pericolo (Fire Niche, Fire Less 2, Gruppo di esperti del servizio forestale) si sono rivelati affidabili e le valutazioni aderenti alla realtà. Questo getta le basi per un’ulteriore valorizzazione di queste informazioni nelle attività di prevenzione e lotta.

      Gli eventi degli ultimi due anni hanno confermato l’efficacia dell’organizzazione della lotta agli incendi di bosco: 31 incendi su 40 non hanno superato la superficie di un ettaro, scongiurando in pratica qualsiasi conseguenza sulla funzione di protezione del bosco. Gli eventi più impegnativi hanno invece sottolineato una volta di più le necessità evidenziate dal concetto legate alla formazione, all’equipaggiamento specifico e alla collaborazione tra i diversi attori e tra i corpi pompieri stessi.

      In generale, la complementarietà tra pompieri urbani, responsabili di un primo intervento rapido e della gestione dell’intervento, pompieri di montagna, responsabili dello spegnimento in bosco e della bonifica, e servizio forestale cantonale, che fornisce la consulenza specialistica, è sicuramente un’ottima soluzione, che permette un intervento modulare commisurato all’evento.

      La rete di punti di pescaggio per elicotteri in quota ha permesso di aumentarne l’efficacia dell’azione di spegnimento. Sarà quindi importante completare questa rete di infrastrutture nei prossimi anni. Un vero bilancio del concetto incendi di bosco 2020 potrà essere stilato verosimilmente tra alcuni anni, quando tutte le misure previste saranno state implementate e assimilate dall’organizzazione cantonale.