Chiunque conosce i funghi cosiddetti “a mensola”, funghi che crescono orizzontalmente dai tronchi d'albero morti oppure, a volte, ancora vivi (Fig. 1). Questi funghi a mensola di consistenza “spugnosa” (n.d.t.: che la lingua tedesca indica con il termine intraducibile di “Baumschwämme”, letteralmente “spugne arboree”) non sono altro che i corpi fruttiferi dei funghi che abitano il legno. Sono negli effetti le loro ife fungine filiformi, che penetrano all’interno dei tronchi degli alberi, nutrendosi della biomassa legnosa.

Il legno è composto principalmente da cellulosa, emicellulosa e lignina. Queste sostanze, che sono gli elementi strutturali costitutivi del legno, con la crescita in diametro dei tronchi vengono progressivamente incorporate nelle pareti cellulari delle cellule legnose. Queste strutture portanti, che nel tempo di accumulano sotto forma di anelli di accrescimento, conferiscono agli alberi la stabilità necessaria. Circa la metà della biomassa del legno è costituita da Carbonio, che proviene dalla CO2 presente nell'aria, elemento che viene assorbito dagli alberi durante la fotosintesi. Per produrre un chilogrammo di legno, un albero utilizza circa 1,6-1,8 kg di CO2. Questa capacità  fa delle foreste di tutto il pianeta un importante serbatoio di Carbonio!

Funghi agenti della carie bianca e della carie bruna

Tra i funghi che degradano il legno è usuale fare una distinzione generale tra funghi che provocano la carie bianca e quelli responsabili della carie bruna. Nel caso della carie bianca, sia la cellulosa (compresa l'emicellulosa) che la lignina vengono decomposte grazie all’azione di speciali enzimi. Durante questi processi, la lignina di colore marrone viene eliminata e il legno decomposto assume pertanto una colorazione biancastra, spesso presentandosi con una struttura fibrosa (Fig. 2a). Al contrario, nella carie bruna, sono principalmente le lunghe fibre della cellulosa che vengono degradate e di conseguenza, il legno decomposto mostra una colorazione brunastra, presentando della rotture con strutture ortogonali (Fig. 2b).

Fig. 2 - Legno marcescente colpito da funghi agenti della carie bianca (a. in alto) con struttura fibrosa di colore chiaro e della carie bruna (b. in basso) con la loro tipica struttura cubiforme. Foto: Thomas Reich (WSL)

 

In queste due tipologie di marciumi ci sono varie forme speciali e intermedie e una chiara distinzione non è sempre possibile. Durante i processi di decomposizione, il Carbonio immagazzinato nel legno viene parzialmente utilizzato dai funghi per costruire i propri tessuti fungini, ma in gran parte viene "bruciato" per produrre composti energetici, finendo pertanto per essere rilasciato nell'aria sotto forma di CO2. In questo modo i funghi decompositori del legno giocano un ruolo importante all’interno degli ecosistemi forestali, nel contesto del ciclo del Carbonio.

I marciumi dei tronchi sugli alberi vivi

Il marciume del legno si presenta spesso già all’interno degli alberi vivi. Vari funghi agenti dei marciumi attaccano principalmente il durame morto e inattivo, mentre invece l'alburno, che trasporta le sostanze nutritive e l'acqua, viene in gran parte risparmiato. Poiché nessun processo vitale è direttamente interessato, gli alberi colpiti spesso non mostrano sintomi di infezione visibili dall’esterno e appaiono sani.

Il marciume del durame può accompagnare lo sviluppo degli alberi per anni, limitandosi a "mangiarli" dall'interno. In casi estremi il durame può essere completamente decomposto, spesso con la complicità di colonie di formiche che si annidano nel legno marcescente. Ciò che rimane è un albero cavo che può vivere tranquillamente per decenni, grazie a un alburno ancora vitale e intatto. Spesso, tuttavia, la stabilità degli alberi può venire compromessa dal marciume dei tronchi. In caso di forti venti gli alberi possono subire delle rotture, sia a livello del tronco, che della ceppaia (Fig. 3).

I funghi responsabili delle carie o dei marciumi possono entrare all’interno di un albero in due modi. In primo luogo, con spore che germinano nelle ferite (ad esempio, in caso di lesioni al tronco o alle radici, oppure di rotture dei rami) e che, attraverso queste vie, riescono a penetrare all’interno dell'albero. Nel caso dei funghi del marciume che attaccano le radici, l'infezione degli alberi sani può avvenire anche attraverso il contatto tra le radici.

Formazione dei corpi fruttiferi

La maggior parte dei funghi lignicoli degli alberi appartengono all’ordine dei polipori (Polyporales) e fanno parte della divisione dei basidiomiceti (Basidomycetes). I loro corpi fruttiferi si formano di solito solo quando la decomposizione del legno all’interno dei tronchi è già a uno stadio avanzato. Le spore, che hanno dimensioni di pochi micrometri, maturano nei pori situati all'interno del corpo fruttifero. Non appena le spore sono mature, fuoriescono dai pori e vengono diffuse dal vento. I funghi lignicoli degli alberi sono noti per il loro geotropismo, cioè da una crescita dei corpi fruttiferi guidata dalla forza di gravità, affinché i pori siano sempre perpendicolari rispetto alla terra. Di conseguenza, i corpi fruttiferi che si sono sviluppati su un albero in piedi continuano a crescere con un angolo diverso, dopo che l'albero è caduto al suolo (v. Fig. 4).

I funghi lignicoli degli alberi più comuni

Il poliporo marginato (Fomitopsis pinicola) è un fungo lignicolo caratterizzato da un margine di colore rossiccio che viene frequentemente osservato sulle conifere morte (Fig. 5). Esso provoca una carie bruna con una caratteristica struttura con fratture ortogonali (carie cubica). I corpi fruttiferi sono perenni e possono crescere fino a 30 cm. Il fungo dell'esca (Fomes fomentarius) si insedia su alberi di specie latifoglie indeboliti o morti. È un fungo che provoca la carie bianca e che può formare corpi fruttiferi perenni assai sviluppati (Fig. 1). Il suo nome deriva dal suo antico impiego quale esca per accendere il fuoco partendo da scintille. Inoltre, il fungo coriaceo era anche usato come materia prima simile al cuoio per fabbricare vestiti, cappelli e borse. Nel passato il fungo dell’esca veniva venduto nelle farmacie sotto il nome di "Fungus chirurgorum" quale rimedio emostatico  per curare le ferite.

Di grande rilevanza economica è il fungo che causa il marciume radicale dell'abete rosso (Heterobasidion parviporum), che appartiene al complesso di specie dell’Heterobasidion annosum. Si tratta di un fungo che provoca la carie bianca e che è conosciuto per essere l'agente all’origine della carie rossa nell'abete rosso. Questo marciume del cuore si osserva sugli alberi vivi e può salire per diversi metri all'interno del tronco, causando una notevole perdita in termini di valore. I corpi fruttiferi del marciume radicale sono poco appariscenti e di solito si trovano sulle radici o alla base del tronco degli alberi infestati (Fig. 6). Le spore colonizzano preferibilmente le ceppaie fresche di alberi appena tagliati durante la raccolta del legname. Il marciume radicale colonizza poi l’intera ceppaia e viene trasmesso agli alberi vicini attraverso i contatti radicali. A scopi preventivi, la superficie tagliata dei ceppi può essere trattata con urea o con il fungo antagonista appartenente alla specie Phlebiopsis gigantea.

Il Climacocystis borealis è un poliporo lignicolo di origine nordica che causa anch’esso il marciume dei tronchi nell'abete rosso. Ha un corpo fruttifero annuale bianco, facile da osservare in autunno sulle ceppaie di alberi tagliati o su alberi morti (Fig. 7). Il Climacocystis borealis è un fungo che causa una carie bianca che decompone il legno secondo uno schema geometrico caratteristico, a forma di piccoli cubetti (v. Fig. 8). Gli alberi marci ma ancora vivi, sono spesso colpiti da rotture e schianti provocati dal vento.

Traduzione: Fulvio Giudici, Sant’Antonino