Caratteristiche e sintomi

I sintomi sulle foglie possono essere piuttosto evidenti e le querce fortemente infestate sono riconoscibili anche da lontano grazie al colore biancastro delle chiome. Ulteriori sintomi sono costituiti anche dalle macchie marroni, dalle deformazioni o accartocciamenti delle foglie, dalla caduta prematura delle stesse (soprattutto nelle giovani querce) e dalla moria dei germogli. Le giovani querce sono particolarmente colpite e sono spesso indebolite nella crescita. Le plantule infestate possono per contro seccare completamente.

L'Erysiphe alphitoides (Fig. 1) è un oidio assai comune nelle querce autoctone. Esso è caratterizzato da una vistosa patina biancastra di consistenza farinosa allo stadio di conidi (spore asessuate). L’oidio ricopre le pagine fogliari superiori (e talvolta quelle inferiori) delle foglie di quercia, che spesso in età giovanile appaiono deformate. In autunno si formano i casmoteci, i corpi fruttiferi sessuati che sono visibili come puntini neri. Le foglie delle querce infestate si possono osservare durante quasi tutto il periodo vegetativo, tra maggio e novembre.

Erysiphe hypophylla (Fig. 2) è difficile da distinguere da E. alphitoides e può casualmente accadere che entrambe le specie si trovano sulla medesima foglia. Sulle foglie delle querce infestate E. hypophylla produce un micelio biancastro più discreto, senza deformazioni, quasi unicamente sulla pagina fogliare inferiore. Anche la forma dei conidi è leggermente diversa. Le foglie infestate si trovano spesso solo a partire dall'autunno.

Erysiphe quercicola è stata descritta per la prima volta nel 2007 in Giappone quale nuova specie che poi, poco tempo dopo, è stata sorprendentemente ritrovata anche in Europa. Si può distinguere da E. alphitoides solo tramite metodi genetici. Prima dell'era molecolare, la sua esistenza era di fatto ignota all’uomo.

Biologia e riproduzione

Il ciclo di vita tipico dell'oidio della quercia è il seguente: in primavera le spore attaccano le giovani foglie di quercia, particolarmente vulnerabili. Sulla superficie della foglia si forma quindi un micelio superficiale bianco ovattato, che compie una riproduzione di massa grazie ai conidi (spore asessuate). I nutrienti vengono estratti dalle foglie delle querce tramite austori, estroflessioni che penetrano all’interno delle cellule fogliari, fungendo da organo di aspirazione. I corpi fruttiferi sessuati sono invece prodotti in autunno.

A seconda della specie, l'oidio della quercia sverna o come micelio, preferibilmente nelle gemme (nel caso della E. quercicola), oppure come casmoteci (E. alphitoides e E. hypophylla) localizzabili all’interno della corteccia degli alberi, alla quale si fissa per mezzo di appendici ramificate. I casmoteci producono spore sessuate solamente in primavera, allorquando attaccano le nuove foglie appena germogliate. E. alphitoides è considerato come un "fungo da bel tempo" e sembra essere in grado di diffondersi assai rapidamente, soprattutto durante le calde e secche giornate.

Distribuzione

L'origine esatta dell'oidio della quercia, ormai diffuso praticamente in tutto il mondo, non è ancora stata del tutto chiarita. A causa della presenza nel continente asiatico di altre specie di oidio della quercia che non sono presenti nel nostro continente, si presume che l'Asia sia la regione di origine delle specie introdotte in Europa. È interessante notare che in Europa l'oidio della quercia si manifesta in diverse aree di distribuzione.

E. alphitoides è diffusa in quasi tutto il continente Europeo ed è chiaramente la specie più comune. Essa è in grado di adattarsi a un’ampia gamma di condizioni geografiche e climatiche. E. ipofila è per contro presente limitatamente all'Europa settentrionale e centrale, diffusione che sembra indicare una sua specializzazione a condizioni climatiche più fredde. Questa specie di oidio è considerata rara, ma potrebbe spesso essere stata ignorata a causa dei sintomi di una sua infestazione poco appariscenti. Al contrario, E. quercicola è comune nell'Europa meridionale e si è adattata a un clima più caldo.

Le aree di distribuzione delle tre specie si sovrappongono notevolmente. Tutte e tre le specie di oidio della quercia sono conosciute e diffuse anche in tutta la Svizzera, ad eccezione di E. quercicola, che per il momento è stata registrata solo nel Cantone Ticino. E. alphitoides è anche la specie più comune presente in Svizzera e, probabilmente, si trova quasi ovunque crescano delle querce (Fig. 3).

Ecologia

Tutte e tre le specie di oidio infestano le foglie di varie querce caducifoglie in Europa: Quercus robur in primis, seguita da Q. petraea e in parte anche da Q. pubescens e Q. cerris. Le querce mediterranee sempreverdi sembrano essere resistenti. Sono colpite sia le querce cresciute all’interno di aree forestali, che quelle di parchi e giardini. Poiché le querce sono particolarmente comuni in pianura, la maggior parte dei ritrovamenti di oidio si situa al di sotto dei 600 m s.l.m.

Da tempo sono noti ritrovamenti occasionali pure su ippocastani (Aesculus hippocastanum), castagni (Castanea sativa), scotani (Cotinus coggygria) e faggi (Fagus sylvatica). Una grande sorpresa è stata la scoperta che una malattia dell’oidio del mango (Mangifera indica) sembra essere identica alla E. alphitoides della quercia. Nel frattempo, in tutto il mondo, tutte e tre le specie di oidio sono state rilevate su diverse piante ospiti come l'albero della gomma (Hevea brasiliensis), il glicine cinese (Wisteria sinensis), il limone (Citrus spp.) o l'ailanto (Ailanthus altissima, finora solo in Svizzera).

I diversi stadi di età delle querce sembrano in qualche modo distinguersi tra di loro in termini di suscettibilità all’oidio, anche a causa della presenza delle diverse specie fungine. Erysiphe quercicola sembra essere particolarmente comune sulle giovani querce, mentre E. alphitoides infetta tutti gli stadi di età delle piante. Una singola foglia di quercia può inoltre essere colonizzata contemporaneamente da diverse specie di oidio.

Per mantenere la concorrenza tra le tre specie entro livelli più contenuti, esse hanno avuto un’evoluzione diversificata tra di loro, in termini di nicchie ecologiche. E. hypophyllasi trova esclusivamente sul lato inferiore della foglia ed è classificata come alphitoides, essendo meno competitiva. E. alphitoides e quercicola si trovano spesso insieme sulla stessa lamina fogliare superiore, dove di solito crescono entro spazi separati. Fattori come la fertilizzazione con azoto, un maggiore approvvigionamento idrico, una fitta vegetazione e la riduzione dei livelli di SO2 nell'aria favoriscono la crescita dell'oidio.

Pericoli e metodi di lotta

Le nostre querce gestiscono abbastanza bene le infestazioni di oidio cosicché,  nonostante sintomi di infestazione anche considerevoli, esso non è considerato una minaccia per i nostri querceti. Le querce infestate soffrono comunque di una ridotta capacità di fotosintesi e di una minore facoltà di conservare le sostanze di riserva. L'oidio della quercia ha il maggiore impatto nelle seguenti tre situazioni:

  1. nei boschi cedui, dove le querce sono già indebolite dai frequenti tagli di ceduazione;
  2. nei popolamenti boschivi giovani e nei vivai forestali;
  3. quando periodi di siccità o di gelo si combinano a infestazioni di insetti parassiti, circostanza che accresce la mortalità delle querce adulte.

L'oidio di quercia può essere generalmente controllato utilizzando prodotti fungicidi. I vivai impiegano regolarmente fungicidi sulle giovani querce gravemente infestate dall’oidio. L'uso di fungicidi nelle aree boschive soggette a tagli di ringiovanimento è vietato dall’Ordinanza sulla riduzione dei rischi inerenti ai prodotti chimici (ORRPChim). Inoltre, tale impiego sarebbe oltremodo oneroso, difficilmente utilizzabile nella pratica e avrebbe inoltre conseguenze ecologiche negative. Anche l’eliminazione del fogliame in autunno può rappresentare un rimedio utile, grazie alla rimozione dei casmoteci. Tuttavia, l'efficacia di questo provvedimento sarebbe mitigata dal frequente svernamento dell'oidio di quercia all’interno delle gemme.

Dove inoltrare segnalazioni e dove trovare una consulenza?

Una determinazione affidabile delle tre specie di oidio è generalmente possibile solo geneticamente. Per questo motivo, le segnalazioni di ritrovamenti all’atlante SwissFungi, il centro dati nazionale sulla flora fungina svizzera, sono utili solo se viene inviato anche uno specimen  essiccato, tipo erbario. Per ottenere una diagnosi affidabile, tali osservazioni possono essere inviate anche al servizio  Waldschutz Schweiz (Protezione della foresta Svizzera). A tale scopo si prega di utilizzare l’apposito modulo di segnalazione online (in francese)

Traduzione: Fulvio Giudici, Sant’Antonino