La betulla bianca (Betula pendula), di seguito chiamata semplicemente betulla, ha un grande potenziale di crescita giovanile sia in altezza che in diametro, probabilmente superato, tra le specie autoctone, soltanto dal pioppo tremulo. Questo le permette di andare a coprire più rapidamente, per esempio dopo una tempesta, diverse importanti funzioni boschive, le quali sono spesso legati al diametro degli alberi:

  • Produzione di legame: vengono rapidamente dimensioni utilizzabili.
  • Ricreazione: gli alberi grossi sono apprezzati dai visitatori della foresta.
  • Biodiversità: gli alberi di grandi dimensioni sono generalmente più preziosi per la biodiversità.  A partire da circa 20 anni, la betulla forma una corteccia grezza strutturalmente ricca alla base del tronco.
  • Pericoli naturali: diametri importanti sono specialmente importanti contro le cadute massi

Un mandato dell'Ufficio federale dell'ambiente UFAM sul potenziale di crescita della betulla ha permesso ora di capirne meglio le possibilità.

Analisi della crescita di altezza e DPU

A questo scopo, sono stati analizzati il diametro a petto d’uomo (DPU) e l'altezza di circa 140 betulle in 21 popolamenti. Questi si trovavano principalmente nel Canton Argovia e nei Cantoni di Berna, Lucerna e Grigioni. Le betulle analizzate provenivano molto probabilmente da rigenerazione naturale; mentre solo per un popolamento è stata documentata la piantagione.

Fino all'età di 21 anni sono stati analizzati vari alberi singoli e piccoli popolamenti con un'alta percentuale di betulla, situati principalmente in zone colpite dalla tempesta Lothar. A questi si sono aggiunti tre piccoli popolamenti di 28, 30 e 37 anni. Altri alberi singoli fino all'età di 60 anni hanno completato la base di dati. Successivamente sono state calcolate le curve di crescita per altezza e DPU.

Nelle stazioni migliori, quindi le più feraci, le betulle raggiungono 13 m di altezza dopo 10 anni, 22 m dopo 20 anni e 28 m dopo 30 anni. La crescita in altezza è molto rapida all'inizio e diminuisce fortemente in seguito (figura 2). Questo, nei primi 20 anni circa, conferisce alla betulla un vantaggio competitivo rispetto ad altre specie in quanto può assicurarsi molto spazio vitale. L'altezza massima della betulla nelle stazioni migliori è stata fissata a 36 m; sfortunatamente, dati su betulle più vecchie in queste stazioni mancavano. Le betulle nelle stazioni medie raggiungevano circa i 30 m di altezza ma mostravano comunque ancora un potenziale di crescita in altezza. Poiché la betulla esaurisce la crescita verticale prima di altre specie di alberi, è chiaro che già a medio termine non ha alcuna possibilità contro il faggio, l'abete rosso o quello bianco. Questi, a parità di stazione, possono infatti raggiungere altezze maggiori e sono significativamente più competitivi.

La betulla presenta una rapida crescita giovanile anche in termini di diametro (figura 3). L’esemplare più grosso su una delle superfici colpite da Lothar era di 41,3 cm DPU e in generale diametri tra i 30 e i 35 cm non erano rari. L'elevato potenziale di crescita nei primi 20 anni circa è quindi ben documentato. Questo potenziale risulta ancora più notevole se si considera che nella maggior parte delle zone colpite da Lothar non era mai stato effettuato alcun intervento di dirado.

Gli esemplari più vecchi, d'altra parte, erano tutti sotto una forte pressione competitiva da parte dei loro vicini (faggio, acero montano, abeti rosso e bianco), il che indica che quasi nessuno di essi era mai stato favorito mediante interventi selvicolturali. Una singola betulla con DPU di 63 cm all'età di 54 anni conferma il potenziale di questa specie con una promozione mirata, e questa non si trovava nemmeno su una delle stazioni migliori.

La crescita migliore è stata misurata su stazioni mesofile come 7a/8a (fresco, moderatamente acido). Tuttavia, la crescita è buona anche su stazioni meno feraci quali 6a (secco-acido) e 7c/7* (fresco, molto acido). Le betulle di 49 anni con DPU di 20-25 cm si trovavano in un popolamento di montagna a Tujetsch (GR) a 1550 m s.l.m. Esse costituiscono un soprassuolo preparatorio per gli abeti emergenti; grazie a loro, si è sviluppata infatti una buona struttura boschiva con collettivi compartimenti – questo senza alcun intervento.

La struttura delle soprassuolo determina la crescita

Non solo la stazione, ma anche la struttura dei popolamenti giovani ha avuto una grande influenza sulla crescita del diametro dei singoli alberi più vitali. Si possono distinguere tre situazioni tipiche:

  • Le betulle in mescolanza per piede d’albero, che erano circondate da faggi, abeti o abeti rossi significativamente meno alti, avevano beneficiato del loro vantaggio di altezza potendo così raggiungere diametri importanti.
  • I popolamenti nelle aree di tempesta originati da rinnovazione naturale erano piuttosto eterogenei presentando spesso aperture (vecchi ceppi, rovi, felci) che sono state favorevoli alla crescita del diametro.
  • Nei popolamenti di betulla molto fitti o in mescolanza con pioppo tremulo o ontano nero a crescita altrettanto rapida, i diametri raggiunti erano in parte significativamente più piccoli a causa della concorrenza maggiore.

La betulla è considerata a rischio moderato riguardo ai danni da neve. C'è un certo pericolo durante le prime nevicate bagnate in autunno, quando gli alberi hanno ancora le foglie, e se i popolamenti sono molto fitti. Altrimenti essa può far fronte a tutte le altitudini e anche a pendii ripidi.

Raccomandazioni selvicolturali

Come si può valorizzare l'elevato potenziale di crescita della betulla? Le seguenti raccomandazioni si applicano come valori guida per stazioni buone e medie dell'Altopiano svizzero e delle Prealpi con l’obbiettivo di ottenere legname d’opera:

  • Ciclo produttivo (turno) di 60 anni e diametro per l’utilizzazione da 60 a 70 cm DPU
  • Distanza finale 12 m e massimo 80 alberi élite/ha. Distanziamenti maggiori in caso di vicinanza a specie arboree competitive
  • Messa in luce a partire dai 15 anni al più tardi, corrispondente ad altezze dominanti da 15 a 18 m. In caso di rinnovazione molto fitta, iniziare prima con i diradamenti. Liberazione regolare della chioma per permetterle uno sviluppo precoce e forte
  • La potatura artificiale fino a un'altezza massima di 6 m è vantaggiosa per la qualità del legname. La potatura naturale della betulla, pur essendo buona, a volte non avviene abbastanza rapidamente con gli alberi élite molto vitali
  • All'età di circa 30 anni, i diradamenti dovrebbero essere completati, cioè non ci dovrebbero più essere alberi di riempimento (popolamento ausiliare) tra le betulle nel distanziamento finale
  • Le grandi chiome devono venire protette. Il deperimento dei rami grossi va possibilmente evitato perché può causare colorazione del durame e marciume. L’intrusione di alberi vicini nella chioma può essere tollerata negli ultimi anni prima della raccolta del legname

Oltre alla produzione di legname d’opera, la betulla è anche interessante per il legname d’energia (potere calorifico = 82% quello del faggio). A lungo termine, l’accrescimento nei popolamenti di betulla è basso, mentre nei primi decenni è alto. Secondo una tavola di produzione tedesca, l’incremento medio più alto è raggiunto all'età di 35-40 anni; questo sarebbe quindi il ciclo produttivo ottimale per la produzione di legname d’energia. Il popolamento più produttivo dello studio coincideva con una delle superfici colpite da Lothar, stazione 7a, che aveva raggiunto una provvigione di 300 m3 (silve) dopo 21 anni. L'altezza dominante era di 22,2 m, il diametro diametro dominante di 30 cm. Questo è notevole ed economicamente interessante, considerando che non sono mai stati effettuati degli interventi selvicolturali.

Una specie con problemi di immagine

A nord delle Alpi, la betulla ha ingiustamente una cattiva immagine. In passato era infatti considerata una specie inferiore e veniva quindi ampiamente combattuta. Una delle ragioni era che le betulle disturbano le chiome degli alberi vicini. Questa visione ancora diffusa risale a un'epoca in cui ogni metro quadrato di superficie boschiva veniva utilizzato per la produzione di legname d’opera e anche gli abeti con un DPU di 10 cm erano considerati “legname di valore”.

Dopo Lothar, il numero di betulle nei boschi è aumentato. Questo ha anche a che fare con cambiamenti nella gestione dei boschi giovani: la razionalizzazione biologica comporta che nei popolamenti di riempimento venga lasciato più spazio per i processi naturali e che si intervenga meno precocemente. Lavorando con gli alberi élite, la betulla può passare da specie poco amata a albero importante – questo se il suo potenziale viene effettivamente riconosciuto e sfruttato.

Grazie ai costi di investimento molto bassi (o nulli) e ai rischi ridotti grazie a periodi di rotazione brevi, la betulla può avere un buon rendimento economico complessivo nonostante i prezzi di vendita moderati. Se si prendono in considerazione tutte le funzioni boschive, la selvicoltura attiva con la betulla è una scelta ovvia.

 

Traduzione e adattamento: Ivo Gasparini