Tra le oltre 800 specie di zecche presenti nel mondo quella più diffusa ed importanze nella nostra regione è la zecca dei boschi (Ixodes ricinus), riprodotto nei suoi diversi stati di sviluppo nella figura 1. Le zecche sono presenti in tutta la Svizzera fino ad una quota di circa 1500m sul livello del mare. L’ambiente di vita privilegiato da questo insetto imparentato con i ragni è rappresentato da zone mediamente umide situate in boschi di latifoglie o misti contraddistinti dalla presenza di un sottobosco denso con erbe, arbusti o cespugli legnosi. Queste condizioni si presentano in particolare laddove vi sono margini boschivi con terreno ricoperto da erba e arbusti, radure boschive e lungo strade o sentieri forestali, oltre che nelle siepi e nelle formazioni vegetali composte da erbe alte e da cespugli. All’interno dei boschi puri di conifere , di giardini curati regolarmente e nei parchi cittadini che non si trovano nelle vicinanze di aree boschive, le zecche sono invece alquanto rare.

Le zecche stanno sulle piante più piccole (cresciute al massimo fino a 1,5 m), attendendo il passaggio di un ospite temporaneo sul quale si lasciano cadere. Le zecche comunque non cadono dagli alberi! La probabilità di essere punti da una zecca in inverno è alquanto bassa, mentre in primavera (da febbraio alla metà di giugno) ed in autunno (dalla metà di agosto fino in ottobre) è molto più elevata. L’inizio e la fine di questi periodi possono variare di anno in anno a dipendenza delle condizioni climatiche. Secondo lo stadio di sviluppo nel quale le zecche si trovano, gli organismi ospitanti possono essere dei piccoli roditori, degli uccelli oppure animali selvatici più grossi come le lepri o i caprioli, oltre che gli animali domestici (cani e gatti) ed in parte anche l’uomo.

Per potere completare il loro ciclo, ad ogni stadio di sviluppo di larva, ninfa ed animale adulto le zecche devono nutrirsi di sangue. Le larve si alimentano di sangue per due o tre giorni, mentre le femmine adulte possono succhiare sangue per un periodo che varia dai sette fino ad undici giorni. Durante questo lasso di tempo il peso di questo insetto, che ha una lunghezza da 0,5 fino a 6 mm, può aumentare anche di un centinaio di volte. Le zecche possiedono un apparato succhiatore a forma di proboscide chiamato "rostro", che è in grado di perforare la pelle (figura 2). Grazie all’ausilio di numerosi piccoli dentini uncinati, utilizzati quale sistema di ancoraggio, le zecche sono in grado di mantenersi saldamente fissate alla pelle dell’organismo ospitante, dal quale possono essere staccate con un certa difficoltà. Al momento della puntura esse iniettano nella pelle una sostanza anestetizzante, cosicché spesso non è facile accorgersi della loro presenza.

Le zecche sono vettori di malattie

In Svizzera le zecche dei boschi possono ospitare e quindi trasmettere all’essere umano alcuni organismi patogeni: i più importanti dei quali sono un batterio responsabile della Borreliosi (Borrelia burgdorferi) ed un virus che trasmette la FSME conosciuta sotto il nome di meningoencefalite da zecche verno-estiva, in riferimento alle stagioni (primavera ed estate) durante le quali è predominante.

In tutta la Svizzera si stima che dal 5 al 30% (fino ad un massimo del 50%) delle zecche siano infettate dal batterio Borrelia burgdorferi. Il numero di persone che annualmente nel nostro Paese si ammalano di Borreliosi, malattia chiamata anche “Morbo di Lyme”, viene valutato a circa 3'000. Le infezioni di Borreliosi possono essere curate per mezzo di medicamenti antibiotici.

Per contro le zecche che ospitano il virus della meningo-encefalite (FSVE) sono presenti solamente in certe regioni della Svizzera (vedi figura 3), all’interno dei cosiddetti focolai naturali (zone endemiche). Toccati da questi focolai sono i 15 Cantoni di ZH, TG, SH, SG, GR, AG, LU, ZG, NW, OW, UR, SO, BE, FR, VD ed il FL. In queste Regioni endemiche circa l’1% (da 0,5 al 3%) delle zecche è vettore del virus. Al di sopra dei 1’000 m s.l.m di quota non sono finora note aree con presenza di zecche infettate dal virus della FSME.

Con circa 200 casi registrati, nel 2005 il numero di contagi di Meningo-Encefalite è notevolmente aumentato rispetto alla media dei cinque anni precedenti, che si situava di norma ad un livello di circa 100 casi all’anno. Contro al rischio di contrarre la Meningo-Encefalite da zecche ci si può proteggere con una vaccinazione sicura ed efficace.

La Meningo-Encefalite trasmessa dalle zecche

L’encefalite da zecche, detta anche Meningo-Encefalite verno-estiva (MEPE) nel suo decorso tipico presenta due fasi durante le quali la malattia si evidenzia. In una prima fase all’incirca da 7 fino a 14 giorni dopo la puntura da parte di una zecca su una parte delle persone interessate possono manifestarsi dei sintomi simili a quelli di un’influenza come mal di testa, febbre, stanchezza o dolori alle articolazioni. Questi sintomi di solito scompaiono dopo pochi giorni e molto raramente vengono messi in correlazione con la puntura di una zecca. Per la maggior parte dei pazienti la malattia viene superata senza conseguenze e molto probabilmente essi risulteranno essere immunizzati contro questa malattia per tutta la loro vita. Per una percentuale di pazienti del 5-15%, dopo un periodo durante il quale non si presentano ulteriori sintomi, subentra una seconda fase della malattia, corrispondenze all’infezione del sistema nervoso centrale.

Gli indizi di questa infiammazione della meninge (meningite), che può diffondersi al cervello (encefalite) sono delle forti emicrenie (mal di testa), avversione alla luce (eliofobia), vertigini, difficoltà nella capacità di concentrarsi, disturbo del linguaggio (afasia) e disturbi durante la locomozione. Questi sintomi possono durare da poche settimane ad alcuni mesi. Su una parte dei pazienti possono poi subentrare delle paralisi alle braccia e alle gambe oppure ai nervi facciali, con perdite della mobilità che possono condurre a delle infermità permanenti ed irreversibili. Il tasso di mortalità è di circa l’1% dei pazienti colpiti. Sui bambini, nella maggior parte dei casi, la malattia ha un decorso favorevole e non provoca nessun danno permanente. Contro la Meningo-Encefalite da zecche non esiste attualmente nessuna terapia specifica: con il trattamento si cerca unicamente di lenire i sintomi.

Borreliosi o Morbo di Lyme

La malattia della Borreliosi presenta un quadro sintomatologico assai differenziato. Accanto alla pelle possono essere colpiti anche il sistema nervoso, l’apparato locomotorio ed il cuore. Si possono distinguere tre stadi di sviluppo della malattia. Il primo sintomo consiste spesso in un arrossamento locale della pelle ad andamento migrante, il cosiddetto Erythema migrans. Attorno al punto nel quale vi è stata la puntura della zecca dopo pochi giorni appare un arrossamento che tende ad estendersi e ad assumere una forma arrotondata. Questo sintomo appare solamente su circa il 30% dei pazienti ed è in genere localizzato all’interno delle ginocchia, sulla pancia oppure nella zona delle spalle. Contemporaneamente possono apparire dei sintomi simili a quelli provocati dall’influenza. Il primo stadio della malattia in genere guarisce da solo entro qualche giorno o al massimo poche settimane. Ciò nonostante è auspicabile un trattamento tramite antibiotici alfine di evitare una diffusione dell’agente patogeno ad altri organi.

Su una certa parte dei pazienti dopo alcune settimane o pochi mesi subentra il secondo stadio di sviluppo della malattia, caratterizzato dall’infezione di ulteriori organi. In questo caso ad essere colpiti sono specialmente le articolazioni (specialmente le ginocchia), il sistema nervoso (meninge, cervello, nervi facciali), la pelle (tumefazioni, ecc.) e più raramente il cuore (disturbi al ritmo cardiaco). Se questi sintomi non vengono riconosciuti tempestivamente e trattati per mezzo di medicamenti antibiotici possono subentrare dei danni cronici e permanenti come ad esempio artrosi, atrofie della pelle, mutamenti del carattere caratteristici del terzo stadio di sviluppo della malattia. La diagnosi della Borreliosi può essere assai difficoltosa ed anche analisi di laboratorio durante il primo stadio della malattia possono essere poco attendibili.

Come proteggersi dalla puntura delle zecche?

Provvedimenti di carattere generale:

Contro la puntura delle zecche ci si può proteggere portando dei vestiti chiari ed attillati che non lasciano parti del corpo scoperte oltre che evitando di frequentare aree boschive ricche di sottobosco e di vegetazione arbustiva bassa. Se utilizzati correttamente anche diversi prodotti repellenti contro le zecche da applicare direttamente sulla pelle oppure sui vestiti possono offrire una protezione efficace. Siccome le punture delle zecche sono indolori spesso la loro presenza passa inosservata: dopo una passeggiata e la frequentazione di aree boschive a rischio è consigliabile controllare tutta la superficie del corpo e l’abbigliamento indossato, cercando in modo accurato di individuare la presenza di zecche. Le zecche dei boschi prediligono le parti dove la pelle è più sottile, calda e umida, come la cavità interna delle ginocchia, la parte interna e superiore delle cosce, l’inguine, il collo, la nuca e le ascelle. Nei bambini, a causa della loro minore altezza, spesso possono essere attaccate anche le parti della testa ricoperte dai capelli.

Vaccinazione contro la Meningo-Encefalite da zecche:

Per le persone a rischio che abitano o che si trattengono temporaneamente nelle regioni all’interno delle quali vi sono dei focolai naturali (regioni dove la Meningo Encefalite è endemica, vedi figura 3), è auspicabile una vaccinazione, provvedimento di tipo attivo consigliabile a partire dai sei anni di età. Una vaccinazione non è necessaria per le persone che non si sottopongono a rischi particolari. Per una vaccinazione completa sono necessarie tre dosi di vaccino: due iniettate a distanza di un mese l’una dall’altra, con una successiva iniezione da eseguire entro il quinto fino al dodicesimo mese. In seguito è consigliabile un richiamo ogni dieci anni. La vaccinazione può provocare effetti secondari temporanei di lieve entità quali bruciore nel punto dell’iniezione, mal di testa passeggero, febbre o indolenzimento della muscolatura. Complicazioni più gravi sono molto rare. In genere una vaccinazione non viene eseguita sui bambini di meno di sei anni d’età in quanto a questa età il contagio in forma grave di questa malattia è rarissimo. E’ comunque auspicabile esaminare localmente ed in modo individuale le condizioni presenti nelle scuole d’infanzia o elementari la cui sede si trovasse nelle immediate vicinanze di un bosco. I costi delle vaccinazioni contro la Meningo-encefalite sono presi a carico dalle casse malattia tramite l’assicurazione di base.

Come comportarsi nel caso di una puntura di zecca?

La zecca deve essere staccata il più rapidamente possibile. Il metodo migliore consiste nell’afferrarla direttamente sopra la pelle con una pinzetta sottile, esercitando poi una trazione continua (vedi figura 4), ma senza esercitare torsione né utilizzare altre sostanze liquide o oleose. In seguito la zona dove è avvenuta la puntura deve essere ben disinfettata. Se dopo una puntura di zecca subentrano i sintomi citati, è necessario consultare un medico.

Se si manifestano i sintomi della Borreliosi, per esempio un arrossamento locale (Erythema migrans), è necessario avviare una cura a base di antibiotici, allo scopo di evitare il progredire dell’infezione ed impedire il contagio dei diversi organi citati sopra. Un trattamento specifico di questo genere di una puntura di zecca senza che vi siano sintomi specifici, non è comunque raccomandabile.

Avvertenza

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Il testo è stato gentilmente messo a disposizione dall’Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP).