Accanto alla produzione di legname, l'importanza di ulteriori prestazioni ecosistemiche forestali in favore dell'ambiente e della società sta diventando sempre più evidente. A causa dei lunghi periodi di produzione, l’economia forestale deve far fronte a rischi naturali e finanziari supplementari.

All’interno di una impresa forestale privata della Baviera (Germania), sono stati combinati diversi obiettivi di produzione di legno morto con varie strategie di arricchimento, elementi poi integrati in un modello di ottimizzazione operativa quali fattori limitativi. Il confronto tra le diverse soluzioni permette di desumere strategie che minimizzano i costi in relazione ai diversi obiettivi perseguiti. I costi variano notevolmente a seconda dell'obiettivo previsto in termini di legno morto e sono influenzati dagli assortimenti legnosi utilizzati (alberi interi, legname da opera in tronchi, ramaglia/cimali), dalle specie arboree (conifere o latifoglie) e dall'orizzonte temporale previsto per il raggiungimento dell'obiettivo prefissato.

Legno morto

Il legno morto in decomposizione è una componente assai importante dell'ecosistema forestale. Esso costituisce l’habitat vitale per specie animali e vegetali rare ed è inoltre una parte costitutiva essenziale del ciclo dei nutrienti e del carbonio.

La ricerca sul legno morto

Una specifica branca della ricerca dedicata al legno morto si occupa degli effetti dei differenti quantitativi di legno morto sulla biodiversità. Gli studi hanno rivelato l’esistenza di notevoli differenze tra le foreste naturali e le foreste gestite con finalità economiche. Mediamente, i quantitativi di legno morto nelle foreste naturali è due volte superiore a quelli presenti nelle foreste di produzione.

Offerta di legno morto

La messa a disposizione di legno morto avviene in seguito a eventi occasionali come schianti da vento, incendi boschivi, proliferazione di insetti o di altri agenti patogeni e quale conseguenza dei fenomeni di competizione tra gli individui arborei. Allo stesso tempo, i vari processi di decomposizione portano ad una costante e progressiva riduzione del legno morto presente in bosco.

Per modellizzare i processi biofisici si sono messi a punto numerosi approcci. Se da un lato vi sono ricerche approfondite e ampie sui meccanismi che portano alla produzione della necromassa legnosa, dall’altro non vi sono molti studi dedicati alla gestione del legno morto. Esiste comunque già un modulo (denominato "Waldplaner"), che è in grado di mostrare gli effetti delle decisioni di gestione sulla formazione e sviluppo del legno morto. Per contro, fino ad ora non esisteva nessun modello che consentisse di determinare la strategia più efficace dal profilo dei costi, per il raggiungimento di determinati obiettivi in termini di offerta di legno morto. Grazie a moderni approcci nel campo dell’ottimizzazione, questa lacuna può ora essere colmata, come spiega il presente articolo.

Pianificazione

L'obiettivo economico della massimizzazione del profitto è ampliato agli aspetti connessi con un approvvigionamento continuo di legname (obiettivo di produzione) e al mantenimento permanente di una soddisfacente liquidità e di adeguate e durevoli riserve di legname (obiettivo di sicurezza). Il concetto di sostenibilità, in ultima analisi implica anch’esso la necessità di una pianificazione che tenga conto dei rischi.

Il vantaggio di tutti gli approcci di modellizzazione di tipo matematico è che, in linea di principio, essi possono essere estesi a piacimento. Ad esempio, i moduli possono essere integrati per illustrare le importanti prestazioni ecosistemiche fornite dal settore forestale, a condizione che esse siano misurabili in termini quantitativi. In questo modo, attraverso il modello è possibile associare economia ed ecologia, rispondendo alle questioni inerenti questi ambiti, sulla messa a disposizione ottimale di legno morto con costi di opportunità minimi (ndt: i “costi opportunità” corrispondono ai “costi di sostituzione”).

Scelta delle modalità di gestione forestale

Tutti i calcoli e i modelli qui presentati (per i dettagli si veda l'articolo originale) sono stati eseguiti prendendo in esame l'azienda forestale privata di Eichelberg in Germania, gestita da oltre 70 anni prevalentemente in modo naturale ed attualmente orientata verso strutture e processi forestali prossimi a quelli naturali.

Le cifre chiave della foresta presa in esame sono:

  • superficie boschiva: 220 ha
  • altitudine: 400 m s.lm.
  • temperatura media annua: 8,3 °C
  • pluviometria: 850-950 mm/anno
  • terreno: suoli argillosi, spesso ricoperti da löss (sedimenti eolici)
  • specie arboree principali: abete rosso (26%, in diminuzione), faggio, (25% abete bianco; in aumento), quercia
  • comunità forestale naturale originaria : Asperulo fagetum e Luxulo abieti-fagetum
  • incremento annuo medio 10,7 mcT /ha

La strategia di gestione del legno morto adottata dall’azienda forestale è indicata nel documento concettuale "BioHolz". Questo comprende tra l’altro un efficiente incremento della componente di legno morto, un miglioramento della biodiversità, la messa a disposizione di legno morto al minor costo possibile, ma anche efficienza e attenzione in termini di sicurezza sul lavoro, ecc. Le esperienze pratiche attualmente disponibili e le nuove conoscenze scientifiche acquisite vengono continuamente integrate. Per ulteriori approfondimenti e visione dettagliata dei calcoli eseguiti si invita a fare riferimento all'articolo originale.

Questioni affrontate

La seguente ipotesi è stata esaminata sulla base di un'azienda forestale presa quale esempio:

"Il perseguimento di un obiettivo specifico in termini di offerta di legno morto non ha alcun effetto sul risultato operativo finanziario aziendale in relazione alla scelta delle specie arboree, alla variante di utilizzazione adottata e all’orizzonte temp

La questione esaminata può essere suddivisa in due aspetti diversi:

1. Quale strategia ottimale permette di raggiungere un determinato obiettivo in termini di legno morto?

2. In che modo le strategie ottimali per conseguire i diversi obiettivi differiscono l'una dall'altra?

Al fine di coprire un ampio spettro di possibili obiettivi, sono stati sviluppati vari concetti di legno morto, partendo dalle combinazioni delle seguenti variabili di controllo (v. tabella 1), definite a livello di popolamento boschivo:

1) obiettivo in termini di legno morto
2) specie arboree
3) orizzonte temporale
4) variante di utilizzazione
5) proporzione massima di superficie

Dalle varie combinazioni risultano 480 scenari possibili. L'obiettivo perseguito in termini di offerta di legno morto in decomposizione deve essere raggiunto dopo 5 o 20 anni, unicamente nei soprassuoli boschivi che presentano il faggio o l’abete rosso quale specie arborea dominante, obiettivo da comunque mantenere in modo permanente.

Nella messa a disposizione di legno morto in decomposizione sono state esaminate tre diverse strategie di incremento dell’offerta di legno morto.

1. Variante "albero intero": e tutti gli assortimenti legnosi vengono conteggiati nell’obiettivo di legno morto
2. Variante " legname da opera di grosse dimensioni": si conteggiano solo gli assortimenti legnosi corrispondenti alla terza classe diametrica e superiori
3. Variante " ramaglia e chiome": viene differenziata separando quella prodotta dalle specie conifere (a) e dalle latifoglie (b)
3a) Abete rosso: solo assortimenti legnosi che fanno parte delle chiome e fino a un diametro medio inferiore ai 19 cm
3b) Faggio: solo assortimenti legnosi che fanno parte delle chiome e fino a un diametro medio inferiore ai 24 cm

Il parametro di controllo "proporzione della superficie massima" (ultima colonna della tab. 1) indica a livello di singolo popolamento boschivo e per l’intero periodo di simulazione la quota percentuale della superficie boschiva nella quale viene raggiunto l'obiettivo di legno morto perseguito. In questo modo è possibile simulare le varie opzioni di messa a disposizione di legno morto, valutando se conviene rinunciare completamente alle utilizzazioni in popolamenti interi o piuttosto prevedere contemporaneamente sia le utilizzazioni legnose, che il rilascio in bosco di legname in decomposizione. I costi opportunità nell’offerta di legno morto possono essere interpretati come perdite medie annue connesse con la relativa strategia di legno morto adottata.

Risultati acquisiti

  • I costi opportunità connessi con il miglioramento dell’offerta di legno morto aumentano significativamente con l’entità dell’offerta di legno morto.
  • Il raggiungimento dello stesso obiettivo in termini di offerta di legno morto è molto più costoso con il legno di conifere (abete rosso), che con il legno di latifoglie (faggio).
  • L'orizzonte temporale, cioè l’arco di tempo che è stato convenuto per raggiungere l'obiettivo, è un fattore di costo decisivo, da assolutamente considerare in qualsiasi strategia di legno morto.
  • L'arricchimento in legno morto con l’assortimento legnoso "ramaglia e chiome" è la variante più costosa. La variante di utilizzazione "albero intero" è la più economica, seguita dalla variante "legname d’opera di grosse dimensioni".
  • Quantitativi più elevati di legno morto non possono essere prodotti ricorrendo unicamente al rilascio di legname di piccola taglia (chiome e ramaglia).
  • L'influenza del grado di segregazione, nella maggior parte dei casi, non è molto rilevante, ma può comunque essere sfruttata per rendere una variante che è preferibile per ragioni ecologiche, più vantaggiosa economicamente rispetto alle soluzioni alternative.

La costatazione che i costi aumentano con l'innalzamento degli obiettivi in termini di legno morto è un risultato atteso, in quanto elevati volumi di legname non sono ovviamente più disponibili per la vendita. La progressione: legno di conifere > legno di latifoglie e "legname d’opera" > "alberi interi" è spiegabile con la struttura dei prezzi del legname, poiché gli assortimenti di maggiori dimensioni e il legname di specie conifere spunta di prezzi maggiori rispetto al legname di piccole dimensioni e di specie latifoglie.

L'influenza della gestione del tempo sui costi, tuttavia, costituisce un fattore che viene spesso sottovalutato. I presenti risultati mostrano invece che un obiettivo fissato a lungo termine porta a significativi risparmi sui costi e che una più precisa definizione dei tempi da scegliere dovrebbe quindi essere assolutamente inclusa in un concetto di gestione del legno morto.

È comunque chiaro a chiunque che quantità maggiori di legno morto non possono essere messi a disposizione ricorrendo unicamente al rilascio di legname risultante dalle chiome e dalla ramaglia, poiché obiettivi situati al di sopra di un certo volume superano le possibilità costituite dalla biomassa prodotta dai popolamenti. Può sorprendere che la variante “ramaglia e chiome” generi i costi di opportunità più elevati, anche se in tal caso vengono rilasciati solo assortimenti che hanno il prezzo di mercato inferiore. Tuttavia, in considerazione delle dimensioni ridotte delle chiome, per questa variante è necessario prevedere di abbandonare in bosco la necromassa di un numero proporzionalmente elevato di singoli alberi alfine di raggiungere i quantitativi auspicati. Anche se la parte economicamente più pregiata dei tronchi da opera può essere commercializzata, questa strategia comporta l’abbattimento di un maggior numero di alberi motivata solo da ragioni connesse con la gestione del legno morto, alberi che non possono in tal modo raggiungere la maturità di taglio economicamente ottimale. Queste perdite superano l'apparente vantaggio di utilizzare assortimenti più "convenienti" per raggiungere gli obiettivi prefissati in termini di legno morto.

In sintesi, l'ipotesi formulata al capitolo “questioni affrontate”, deve pertanto essere respinta.

La scelta delle specie arboree (abete rosso o faggio), il tipo di utilizzazione (albero intero, tronchi da opera, solo ramaglie e cimali) e l'orizzonte tem

Pertanto:

  • Da un punto di vista economico, le strategie di offerta di legno morto dovrebbero essere pianificate a lungo termine
  • Inoltre, se possibile, per concretizzare le strategie ottimali, si dovrebbe ricorrere il più possibile a concetti basati su legno di latifoglie e di alberi interi
  • l legno morto prodotto dalle chiome dovrebbe essere sfruttato solo se esso viene prodotto comunque durante i tagli di bosco previsti.
  • L'utilizzo di legno di specie latifoglie e il rilascio di tronchi di grosse dimensioni forniscono strutture di habitat ottimali per varie specie autoctone.

Seguendo queste indicazioni è possibile sfruttare sinergie esistenti e raggiungere obiettivi sia economici, che ecologici.

Cosa significa questo per chi opera nella pratica?

Come conclusione per la pratica, si può dedurre che gli obiettivi economici ed ecologici possono essere conciliati in modo ottimale se l'azienda: 1. persegue una strategia di offerta di legno morto che si concentra maggiormente sul rilascio in bosco di legno morto prodotto da alberi interi di specie latifoglie e se 2. evita di volere raggiungere gli obiettivi prefissati a breve termine.